Slow motion: cos’è e come si realizza
La slow motion, anche conosciuta come rallentatore o con il termine inglesizzato rallenty, è una tecnica video, eseguita in fase di ripresa o di montaggio, che consiste nel riprendere il soggetto in movimento a velocità rallentata.
Il padre della slow motion è August Musger, prete e fisico austriaco. Egli inventò uno strumento che, applicato sulla cinepresa, andava a modificare la velocità di scorrimento della pellicola. Questo era un complesso meccanismo che comprendeva l’uso di sedici specchi. Fece la sua prima comparsa all’inizio del Novecento.
Scopriamo ora i segreti della slow motion!
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Come funziona la slow motion?
L’occhio umano percepisce un video come fluido se questo scorre alla velocità di almeno 24 frame al secondo (fps). Questi sono fotogrammi che il nostro occhio non riesce a percepire singolarmente, ma che identifica come movimento mentre scorrono veloci. Per questo i video vengono solitamente registrati con una velocità che varia dai 24 ai 30 frame al secondo, in modo che l’occhio umano percepisca il movimento. Se un apparecchio video aumentasse i fotogrammi al secondo però, da 24 o 25 fps a, ad esempio, 120, l’occhio umano non potrebbe accorgersi della differenza.
Percepirebbe comunque il video a velocità normale, solo più fluido e dettagliato. L’effetto slow motion si basa su questa anomalia della percezione: il video che viene registrato ha molti più frame al secondo, ma viene comunque riprodotto alla velocità “standard”. Con un video di molti fotogrammi al secondo ma riprodotto a 30 frame al secondo, il risultato finale per l’occhio è una dilatazione del movimento, che viene percepito più lento del normale. Questa origina di conseguenza il caratteristico effetto rallentato.
Come si realizza la slow motion?
La slow motion può essere realizzata in fase di ripresa, con l’ausilio di camere professionali dette “High Speed Camera”. Esse registrano fino a 1000 fps al secondo e rallentano il movimento fino a 43 volte rispetto alla sua normale velocità.
Un altro modo per ottenere la slow motion è intervenire in fase di post-produzione. Nel video editing, i fotogrammi vengono redistribuiti su un determinato lasso di tempo. Il video risulterà però meno fluido.
Anche gli smartphone in grado di registrare video di qualità medio-alta possono produrre video in slow motion. Va però tenuto in conto che la qualità potrebbe calare a causa delle elevate dimensioni del video e della risoluzione massima consentita dalla fotocamera. L’effetto slo-mo è applicabile anche su un video registrato “normalmente” (24 fotogrammi al secondo) con dei software appositi, come Adobe Premiere Clip o Slow Motion Video FX.
Gli ambiti di applicazione
Il cinema, soprattutto quello hollywoodiano, ha fatto largo uso della tecnica della slow motion. La si utilizza nelle scene di combattimento nei film d’azione, o per riprodurre movimenti complessi dei personaggi di film fantasy. Gli ambiti di applicazione sono tantissimi, dalle video-ricette ai corporate video.
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