Le varie tipologie di videoclip musicale
Videoclip musicale: le origini
In principio erano i Sundies: questo è il nome degli antenati di quello che oggi conosciamo come videoclip musicale. Erano cortometraggi della durata tra i 3 e gli 8 minuti, realizzati negli Stati Uniti lungo gli anni ‘40 per promuovere musica jazz. Venivano proiettati nei night club e nei teatri, e in realtà non avevano una vera e propria trama, si limitavano a registrare la performance musicale.
I sundies creano un precedente che avrà molta fortuna. La moda del video-jukebox (video che riprendono la band che suona) si espande infatti nei decenni successivi anche in Europa, e soprattutto in Italia e Francia. Ad un certo punto, si iniziano ad intravedere i primi tentativi di storytelling musicale, in cui si racconta una storia attraverso il video e la musica.
Secondo la critica musicale, il primo video ad aver utilizzato questa tecnica di narrazione è il videoclip di Bohemian Rhapsody dei Queen. Il primo a presentare una trama e una produzione simile a quella cinematografica sarà però Thriller di Michael Jackson, diretto da John Landis. Dopo la nascita di MTV, negli anni 80, il videoclip raggiunge il suo apice di popolarità.
Il ruolo di MTV nella diffusione del videoclip
MTV affonda le radici della sua nascita in nuovo modo di fare e intendere la musica. Negli anni 80 e 90, il videoclip diventa popolare e parte integrante della vita musicale di un’artista. Non registra più semplicemente la performance ma diventa la performance, contribuendo all’immagine degli artisti e configurandosi come modalità per farsi pubblicità.
MTV (che sta per Music Television) è un canale che nasce nel 1981 e mette al centro dei suoi programmi il videoclip musicale come forma di intrattenimento. Il suo palinsesto è dedicato soprattutto ad un pubblico giovane, e non ha bisogno di crearsi una programmazione da zero. Sono infatti le case discografiche a fare a gara per accaparrarsi un posto al suo interno.
Grazie a MTV, il videoclip diventa (in estetica, narrativa e comunicazione) come lo conosciamo oggi. Si trasforma quindi in uno dei tanti step di promozione di un artista e della sua immagine. MTV introduce anche la figura del VJ (o veejay) ovvero il personaggio che introduce i brani musicali e acquisisce grande popolarità televisiva.
La fama molto diffusa del programma incrementa poi il budget a disposizione per questa forma di pubblicità. Il videoclip inizia sempre di più a sfruttare il suo potenziale narrativo, adottando definitivamente l’approccio dello storytelling. Diventerà talmente popolare che finirà per sopravvivere al cambio di rotta del canale tv.
Con il tempo, infatti, MTV inizierà a trasmettere sempre meno video e sempre più reality show e programmi TV. Il videoclip troverà poi casa in nuove piattaforme, come il nascente social network Youtube, dove si trova ancora oggi.
Le varie tipologie di videoclip musicale
Una distinzione che può essere utile fare, avallata dai critici musicali, è quella tra:
- Performance clip, ovvero video che si limitano a riprendere il brano musicale e la performance.
- Video concettuali, una sorta di interpretazione visiva e artistica, spesso astratta, del brano. I video concettuali hanno grande libertà narrativa, e sono concepiti come delle opere d’arte in miniatura.
- Videoclip narrativi, che sono il tipo di videoclip più diffuso. I videoclip narrativi raccontano una storia, accompagnandola con le note del brano. Questa tipologia di video riprende le modalità narrative del cinema: basti pensare che molti registi si sono dedicati, con più o meno successo, alla regia di video musicali, da Martin Scorsese a John Landis.
Dal videoclip di Clara Hurtado Lee
Esistono anche versioni ibride di videoclip, che fondono alcuni elementi tipici delle tre tipologie per costruire narrazioni alternative e interessanti. Per tutte le tre categorie, può trattarsi di un videoclip singolo, oppure di una serie di videoclip che, in successione, racconta una storia. Questo accade, ad esempio, nei concept album, dove anche la successione delle tracce risponde a una narrazione.
La modalità video va ad arricchire il brano e approfondire il mondo dell’artista. È un biglietto da visita, non solo per la canzone che promuove ma anche per chi lo esegue, un’occasione per far conoscere al mondo la sua visione estetica e musicale.
Nell’era di Internet, non servono necessariamente grandi risorse economiche per diffondere la propria musica e anche chi non ha un budget spropositato può girare un videoclip musicale di qualità. È importante farlo, però, perché oramai è una delle tappe imprescindibili del processo di promozione musicale e parte integrante dell’immagine globale dell’artista.
Anche tu hai un progetto musicale che vuoi concretizzare in uno o più videoclip che raccontino la tua storia artistica? Contattaci: possiamo farlo insieme!