Il green screen: cos’è e come funziona

Il green screen, detto anche chroma key (intarsio a chiave colore) è una tecnica usata in ambito fotografico e cinematografico. Consiste nel posizionare un soggetto davanti ad un fondale verde, che in fase di post-produzione si sostituirà con un altro sfondo: il soggetto si inserirà poi nella scenografia che si preferisce.

Perché proprio il verde?

Il verde è un colore scelto perché contrasta con buona parte degli oggetti di uso quotidiano. Nelle produzioni cinematografiche, si è infatti gradualmente notato che è molto difficile che la carnagione o il colore dei capelli di un soggetto siano di questo colore.

In post-produzione, il soggetto è quindi “separato” dallo sfondo (che normalmente è appunto verde, ma può anche essere blu in caso di scene notturne) tramite la tecnica del chroma key, o chiave cromatica. Si tratta di un feature presente nei principali software di montaggio, che “cancella” lo schermo verde e lo trasforma in trasparente. Sempre in fase di post-produzione si sceglierà poi il nuovo sfondo e lo si integrerà al posto della trasparenza, lasciando il soggetto in primo piano. La scenografia scelta potrà essere fissa o in movimento, esistente in natura o inesistente, e a questa sarà possibile aggiungere anche altri elementi di scena come altri personaggi, o effetti speciali come esplosioni. Generalmente, il nuovo sfondo sarà o del materiale girato in precedenza o un nuovo prodotto elaborato in digitale con l’aiuto della grafica computerizzata.

green screen

In ogni caso, il green screen si modifica virtualmente durante la post-produzione con dei software appositi, ma anche su un set cinematografico con effetti speciali reali. La tecnica del chroma key permette quindi di creare un mix tra realtà e finzione, di manipolare la realtà in modo da farla diventare qualcosa di completamente nuovo. Non stupisce quindi che il cinema ne abbia intuito il potenziale.

Le regole del green screen

Il green screen è il nome che è stato dato per comodità allo sfondo, ma questo non dev’essere necessariamente un pannello: può anche essere addirittura una parete, un telo, o addirittura una sorta di tuta.

Esiste infatti anche la possibilità per il soggetto ripreso di indossare un green screen e di sostituirlo in post-produzione con un particolare travestimento, che in post-produzione potrà diventare un’armatura, il mantello di un animale, la tuta di un supereroe o tutto ciò che si preferisce. L’importante è che non presenti increspature, rughe o riflessi che possano rovinare il risultato e renderne difficoltosa la cancellazione. Ci sono anche stati esempi di green screen più fantasiosi e originali, dove l’effetto verde da cancellare è stato addirittura reso con un liquido.

È fondamentale anche che i soggetti ripresi non indossino nulla di colore verde o simile al verde. Questi dettagli rischierebbero di essere trasformati in aree trasparenti che non dovrebbero essere cancellate. La luce dev’essere poi diversa tra il green screen e il soggetto ripreso, e l’illuminazione dello schermo deve essere omogenea. Un altro aspetto importante da considerare è la qualità della ripresa, per cui è necessario controllare nitidezza e saturazione dello schermo.

Gli esperti consigliano di acquistare un diffusore di luce e luci da molti watt, ma nel caso si volesse realizzare un green screen più “casalingo” un lenzuolo bianco basterà per uniformare la luce, cancellare le ombre e far risaltare il soggetto.

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I vantaggi del green screen

Una volta in possesso dell’attrezzatura giusta per realizzare la tecnica senza imperfezioni, il green screen presenta molti vantaggi nel suo utilizzo. Lo schermo verde è infatti più economico di trovare e viaggiare verso una determinata location insieme alla troupe e alle attrezzature. Lo schermo verde consente anche di ricreare in post-produzione ambientazioni che normalmente non sarebbero accessibili al pubblico.

Offre però molte possibilità anche a livello di immaginario, integrando nella narrazione scenografie ed elementi che non sono reali e trasformando personaggi antropomorfi in creature fantastiche. Le possibilità del green screen si estendono a molti ambiti. Puoi realizzare video che verranno caricati sui social network o su Youtube, ma puoi anche utilizzarlo per un video aziendale originale e diverso dal solito.

 Quali produzioni utilizzano il green screen?

Il primo utilizzo della tecnica risale al 1940 ne Il ladro di Bagdad, film di John Huston che vinse l’Oscar agli effetti speciali. In realtà, all’inizio lo schermo utilizzato era blu. Solo dopo il 1970 si inizierà a diffondere l’uso dello schermo verde, soprattutto a causa delle tecnologie digitali.

Fin dalla sua invenzione, il suo potenziale è stato sfruttato dalle principali saghe fantasy e di fantascienza. Da Matrix a Star Wars, passando per Il Trono di Spade, Il Signore degli Anelli e il Marvel Cinematic Universe, il green screen ha costruito mondi e personaggi di fantasia. Proprio la saga di Guerre Stellari ha utilizzato il green screen ponendosi come vero e proprio apripista di questa tecnica d’avanguardia. Il film ha vinto addirittura un Oscar, doppiando il successo di Larry Clarke, l’autore degli effetti speciali nel Ladro di Bagdad.

Il green screen è uno strumento versatile, che può essere impiegato non solo al cinema o in pubblicità ma anche, ad esempio, nei notiziari e nelle previsioni del tempo. Durante le trasmissioni, il presentatore si trova infatti davanti ad un pannello verde che viene sostituito in diretta con la mappa meteo.

Con la nostra attrezzatura professionale, realizziamo video con green screen e ci occupiamo della loro post-produzione: vuoi saperne di più? Conosciamoci!